Andria come Parigi: sul tetto di un edificio si trova la "Torre Eiffel". È alta quattro metri
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lunedì 21 ottobre 2019
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di Carol Serafino
A costruirla sono stati i due soci della ditta di via Monaco 2, il 53enne Franco Ribatti e il 55enne Vito Corposanto, fabbri andriesi e amici da una vita. «Tutto nacque da un modellino della Eiffel in legno che avevo creato da ragazzo - spiega Corposanto -: un manufatto che i miei bambini, giocandoci, avevano distrutto. Nel corso del tempo avevo sempre avuto il pallino di rifarlo e così sei anni fa decisi di realizzare questo mio desiderio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vito ne parla con il suo collega Franco e man mano prende forma l’idea di creare qualcosa di ben più grande e complesso: una copia fedele del celebre edificio, questa volta in ferro, come l’originale. Una vera e propria sfida, atta a dimostrare a tutti la loro abilità professionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Mio padre e il suo compagno una volta presa la decisione non la comunicarono a nessuno, nemmeno ai loro dipendenti – ci rivela uno dei figli di Vito, il 28enne Gianni -. Anzi, per preservare “l'effetto sorpresa” cominciarono a lavorare di sera e nei fine settimana, lontani da occhi indiscreti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La cura che i due soci dedicarono al progetto fu maniacale. «Tutto partì da alcuni disegni tecnici della torre indispensabili per riprodurre le esatte proporzioni – ci spiega il giovane -. Poi si occuparono dell'assemblaggio dei pezzi: ben duemila, tutti in ferro, ciascuno dei quali finemente intagliato, sagomato e saldato al resto della struttura. La parte interna venne trattata con dello zinco, mentre quella esterna fu verniciata di polvere marrone: lo stesso colore dell’originale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli sforzi vennero ripagati all'alba del 16 novembre 2013. Sono le 5 quando davanti alla ditta compare una gru: è ancora buio e il potente mezzo comincia a sollevare i vari componenti che Franco e Vito montano definitivamente sul tetto. Il tutto termina tre ore dopo: tra lo stupore dei passanti e degli operai Andria si sveglia all'ombra di una Torre Eiffel in scala 1 a 75.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La "creatura" oggi è ancora lì e rispecchia fedelmente l'iconico edificio transalpino, con la suddivisione in tre piani e l'inconfondibile reticolato metallico. Stesso discorso per i quattro piloni curvilinei che convergono verso la cupola, al di sotto dei quali però sono stati posti quattro blocchi in ferro. Sono le uniche "deviazioni" rispetto al disegno di Gustave Eiffel, necessarie per slanciare il manufatto agli occhi di chi transita nei paraggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché la Torre non passa certo inosservata. «Chi passa da qui non manca mai di scattare una foto – afferma con orgoglio Vito -. E nel corso del tempo sono stati in tanti a complimentarsi con me e Franco: ad Andria siamo diventati “quelli della Tour Eiffel”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una curiosità. Sembra incredibile ma i due fabbri hanno ideato l’opera senza essere mai andati a Parigi. Una lacuna che è stata colmata qualche settimana dopo l’installazione, quando Vito e Franco sono volati nella capitale francese per ammirare dal vivo il monumento che li ha così tanto ispirati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Carol Serafino
Carol Serafino